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    Anna:

TEACHER'S LESSONS

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" Se a voi piace l'inglese anche ai bambini a cui lo insegnerete piacerà"

Questa frase, detta da una prof del corso di formazione che ho frequentato, mi è rimasta impressa e ne verifico costantemente la verità.

Non avrei mai pensato che insegnare Inglese mi avrebbe entusiasmato. Anche se avrei potuto intuirlo pensando ai miei interessi di carattere espressivo e letterario (dipingo acquarelli e scrivo in Italiano poesie e racconti brevi).
La "bellezza" della comunicazione la riscontro quindi, non solo nell'uso della lingua italiana, ma anche di una lingua straniera.
Ho sempre amato il Francese, anche a causa del fatto che mio padre era nato in Francia ed era bilingue, e nei miei ricordi d'infanzia ci sono frasi e ritmi sentiti dai parenti francesi che venivano a trovarci.
All'Inglese non avevo esperienze da collegare, se non le intramontabili canzoni dei Beatles e la voce indimenticabile di Joan Baez.
La Circolare arrivata a scuola, che proponeva corsi d'Inglese per insegnanti, mi ha incuriosito e ho deciso di "provare". Pensavo che alle prime difficoltà mi sarei arresa e invece, passo dopo passo, ho concluso i tre anni di formazione.
L'esame per l'abilitazione, sostenuto presso l'Università di Bergamo, ha avuto un esito molto buono.
Dopo tanti anni d'insegnamento, affrontare la didattica di una nuova disciplina mi ha riportato al fervore dei miei primi anni da maestra. I principi metodologici acquisiti e verificati nel mio grosso bagaglio di esperienze, mi sono comunque serviti parecchio anche nell'insegnare l'Inglese.
Partire dagli interessi degli alunni, dalla realtà in cui sono inseriti, collegare i contenuti scolastici ad eventi extra-scolastici, procedere con gradualità, riprendere i contenuti già presentati in un contesto situazionale diverso, verificare l'acquisizione delle conoscenze e abilità prima di procedere oltre, tener conto dei diversi tipi di intelligenza e memorizzazione (visiva, uditiva, pratica...) e utilizzare i diversi canali sensoriali nella presentazione dei contenuti, ma soprattutto incoraggiare i bambini, dare loro delle gratificazioni durante il percorso, vederli come "persone" : queste le basi dell'insegnamento che sembrano scontate perchè sentite ripetere tante volte ma imprescindibili e di vitale importanza se si vuole svolgere bene il proprio lavoro di "docente".

Nell'insegnare l'Inglese ho cercato quindi di applicare questi presupposti e devo dire che il materiale che ho trovato in alcuni libri di testo (soprattutto di autori di madrelingua) e in alcuni siti Internet, li rispettava pienamente, anzi li arricchiva.
Sono ricorsa spesso all'ascolto ed esecuzione di canzoncine dalla melodia vivace (non ridondante), alcune anche molto note, a realizzazioni manuali , alla creazione di Story-book, di mini-book per argomenti, di "scrap-book" (con illustrazioni e didascalie), a canzoni animate, a letture di "strip cartoons" (fumetti), di fiabe dialogate che i bambini hanno letto e drammatizzato...la creatività e la fantasia non sono mai mancate!
Ma non sono neppure mancate le verifiche (che non spaventano i bambini anzi, sono loro stessi a richiederle per mostrare che hanno imparato), prove orali o scritte, sui vocaboli e le strutture apprese, sui verbi... e in particolare l'uso della lingua Inglese per dare consegne, per scrivere la data, per formulare richieste anche durante lo svolgimento di altri ambiti disciplinari.

"Cosa facciamo oggi d'Inglese? Guarda maestra, ho un vocabolario d'Inglese! Ma cosa significa in Italiano la parola "..." che c'è in quel programma TV? Questa parola in Inglese l'ho vista quando..." Queste e altre sono frasi che i bambini mi dicono spesso e io capisco che, semplicemente, a loro l'Inglese piace e sono contenti di impararlo.

Ho cercato quindi di riportare nel mio sito alcune esperienze svolte per condividerle e magari ricevere altre idee da chi voglia attuare uno scambio via mail (anmrt10@gmail.com).

Malnate, Giugno 2010

maestra Anna

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